La tendenza al biologico è un pilastro fondamentale nei progetti vitivinicoli della famiglia Moretti Cuseri; un’attitudine presente fin dalle origini della propria storia nel mondo del vino, con la volontà di non utilizzare prodotti chimici bensì fonti organiche e rispettare quei preziosi saperi dell’arte enoica che provengono dall’amore per il territorio e per la vigna, difendendo il più possibile la manualità e riducendo l’impatto sull’ambiente. Oggi sono circa 150 gli ettari totali vitati coltivati in regime biologico, tra le cantine in Toscana e in Sicilia: realtà in cui dall’allevamento della vigna fino alle fasi finali dell’imbottigliamento del vino si segue un approccio sostenibile, dettato da azioni rigorose e specifiche che, unite alla passione di chi vede nel vino l’espressione autentica di un territorio, danno vita a etichette di grande pregio e qualità.
Nelle cantine toscane e siciliane, la viticoltura biologica si basa su pratiche non invasive e rispettose dell’ecosostenibilità: in ogni fase della coltivazione, a difesa della vigna, per la concimazione fino alla raccolta dell’uva. L’utilizzo di rame e zolfo, ad esempio, avviene attraverso l’atomizzatore a recupero, strumento che permette il risparmio di oltre il 30% di acqua: una pratica ammessa nell’agricoltura biologica perché naturale e non dannosa per la pianta, agendo per contatto, impiegata in difesa delle principali malattie fungine che colpiscono la vite, la peronospera e l’oidio. Per quanto riguarda la concimazione, invece, vengono impiegate materie organiche come l’humus prodotto da lombrico, composto ottenuto dalla fermentazione del letame in grado di trattenere maggiormente l’acqua e rilasciare le sostanze nutritive più lentamente. Altri concimi naturali, inoltre, arricchiti con azoto, fosforo e potassio, concimi organo-minerali o stallatico recuperato da equini di proprietà e stalle limitrofe rappresentano una parte complementare importante della concimazione che favorisce tra l’altro, nel caso dei rifiuti di stalla, l’economia circolare. Altra opzione, infine, la concimazione fogliare costituita da estratti naturali che danno supporto alla vite e garantiscono un buon livello di biodiversità. Per mantenere o aumentare la fertilità del terreno su cui crescono le viti, risultano fondamentali le tecniche agronomiche che provengono dall’orticoltura con l’obiettivo di nutrire e curare la terra: tra queste il sovescio, ovvero la semina di piante quali avena, favino, veccia e rafano che arricchiscono il terreno in modo naturale. Anche il monitoraggio del clima è parte fondamentale di una viticoltura biologica, poiché consente al viticoltore di evitare sprechi e gestire gli interventi in vigna: importante in tal senso l’utilizzo di una centralina intelligente, posizionata in un punto critico, che rileva gli indicatori meteo, indica le generazioni di eventuale malattia, monitora il clima per l’umidità. Pratiche che garantiscono una coltivazione in regime biologico, che la famiglia Moretti Cuseri affianca ad altre azioni sostenibili, come: la propensione a compiere il più possibile azioni manuali; il coinvolgimento in vigna di famiglie e lavoratori che provengono dalla campagna e paesi limitrofi; il recupero delle acque piovane sfruttabili nei momenti di siccità – all’interno di Tenuta Sette Ponti vi sono ad esempio quattro bacini idrogeologici alimentati da torrenti stagionali con una superficie di 2 km2 e una portata complessiva di circa 100 mila mc di acqua; l’introduzione dell’apicoltura che garantisce biodiversità all’ecosistema; la coltivazione seminativa a perdere a favore di allevamenti e della fauna selvatica.
Anche in cantina, le tenute Moretti Cuseri seguono il disciplinare del metodo biologico, attuando pratiche rigorose per quanto riguarda ad esempio i trattamenti termici, l’utilizzo di solfiti, la desolforazione dei mosti o la dealcolazione, garantendo un’alta qualità del vino e conservandone il più possibile le caratteristiche organolettiche.