Italia sul podio europeo per la produzione di rifiuti inerti da costruzione e demolizione

Italia al terzo posto in Europa dopo Germania e Francia

L’Italia si posiziona al terzo posto in Europa per la produzione di rifiuti inerti derivanti da costruzione e demolizione, con 46 milioni di tonnellate all’anno. A precederla, Germania e Francia, rispettivamente con 89 e 61 milioni di tonnellate. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto ISPRA, richiamato dagli esperti del Gruppo Seipa, attivo dal 1968 nel settore delle costruzioni e demolizioni.

I rifiuti inerti rappresentano oggi il 47,7% del totale dei rifiuti speciali prodotti in Italia, pari a circa 77,2 milioni di tonnellate. Tuttavia, nonostante il volume significativo, il vero problema rimane la difficoltà di reintegrare i materiali riciclati nel mercato come materie prime-seconde.

Un mercato ancora poco ricettivo per le materie prime-seconde

«Per ogni tonnellata di materiali inerti riciclati reimmessa sul mercato, vengono vendute tra le 260 e le 380 tonnellate di inerti naturali estratti», spiega Valter Ciaraffoni, Direttore Generale del Gruppo Seipa. Il tasso di sostituzione, infatti, è fermo allo 0,4%, secondo i dati Federbeton, indicando una forte resistenza del settore edilizio all’adozione di alternative sostenibili.

Nonostante le difficoltà, il Gruppo Seipa dimostra che invertire questa tendenza è possibile. Nel 2023, l’azienda ha raggiunto un tasso di reimpiego superiore al 50%, commercializzando volumi di materie prime-seconde tre volte superiori rispetto ai materiali vergini. Questo risultato è stato ottenuto grazie a innovazioni come BeCoMix® e BeCaVit®, che stanno rivoluzionando l’approccio al riciclo dei materiali edili.

Un’opportunità per l’ambiente e il settore edilizio

Secondo gli esperti del Gruppo Seipa, il riciclo e il riutilizzo dei materiali inerti non sono solo una scelta sostenibile, ma anche una necessità per ridurre l’impatto ambientale dell’industria delle costruzioni. «Seguire questo modello potrebbe ridurre dal 15% al 30% il consumo di risorse naturali in Europa, contribuendo significativamente alla sostenibilità ambientale».

L’esperienza italiana dimostra che una gestione più virtuosa dei rifiuti edili è non solo auspicabile, ma anche tecnicamente fattibile. Ora, il passo successivo è rendere le materie prime-seconde una scelta competitiva per il mercato, accelerando così la transizione verso un’edilizia davvero sostenibile.