Watercube, eccellenza tricolore, realizza un’opera maestosa con giochi d’acqua, luci e proiezioni a due passi dagli scavi archeologici.
A pochi passi dalla storia millenaria di Pompei, l’ingegneria idraulica italiana scrive un nuovo, spettacolare capitolo. È stata infatti inaugurata la fontana più grande d’Italia, un fronte imponente di circa 200 metri nato dalla creatività e dalla tecnologia di Watercube, azienda con sede a Marano Vicentino, in Veneto. Un vero e proprio gioiello che, con i suoi quasi 2000 ugelli, 1150 fari e un “water screen” da 12 metri d’altezza, promette coreografie mozzafiato.
Quest’opera da record, realizzata a corredo dell’anfiteatro del Maxi Mall Pompeii, il più grande polo commerciale e di intrattenimento del Sud Italia, segna un importante traguardo per Watercube. Nata come semplice installatrice, l’azienda veneta ha saputo evolversi fino a diventare un player globale nel settore delle fontane scenografiche, competendo con i colossi mondiali.
L’orgoglio tricolore di Watercube: “Finalmente profeti in patria”
“Grazie all’impianto di Pompei, abbiamo l’orgoglio di essere finalmente profeti anche in patria – dichiara con soddisfazione Barbara Borriero, Ceo di Watercube – Il nostro è un settore di nicchia, dagli orizzonti poco conosciuti, dove dominano estetica, fantasia ed innovazione nella costante ricerca del connubio fra spettacolarità e sostenibilità idrica.”
Un mercato florido per Watercube è soprattutto la Penisola araba, dove la disponibilità economica si sposa con la necessità di un uso efficiente dell’acqua. Ed è proprio con le stesse tecnologie e gli effetti speciali che hanno reso celebri le fontane danzanti del Burj Khalifa di Dubai e del Bellagio di Las Vegas che Watercube ha dato vita allo spettacolo acquatico di Pompei, integrando giochi idrici sincronizzati con un sistema audio immersivo, luci, laser, proiezioni e nebbia artificiale.
Numeri da capogiro per uno spettacolo unico
La fontana di Pompei movimenta fino a 50.000 litri d’acqua al minuto, grazie a un complesso sistema idraulico che include 750 metri di tubazioni in acciaio inox, 8 chilometri di tubazioni in polietilene e 1 chilometro in PVC, il tutto alimentato da 16 chilometri di cavi elettrici. Un’altra particolarità è il sistema automatico di caricamento e svuotamento che crea un’area “wet/dry” calpestabile di 800 metri quadrati con una profondità media di soli 4 centimetri d’acqua, circondando la vasca principale.
Particolare attenzione è stata dedicata alla salubrità dell’acqua, un aspetto cruciale nell’era post Covid, con l’impiego di sistemi di sanificazione ad ozono e raggi UV. L’intero impianto è gestito da un sofisticato software e un server dedicato, controllato attraverso 16 universi DMX, permettendo la programmazione di show con un potenziale di 8192 canali simultanei.
“A Pompei – conclude con orgoglio Barbara Borriero – possiamo dire che è nata la Hollywood delle fontane italiane!”. Un’affermazione che ben descrive la grandiosità e la spettacolarità di un’opera che promette di diventare una nuova attrazione per la zona, unendo l’ingegno italiano alla bellezza di un luogo ricco di storia.