Turismo di massa, chi paga davvero il prezzo delle vacanze?

Un nuovo libro-inchiesta svela il vero impatto del turismo sull’Italia tra affitti insostenibili, natura sotto pressione e comunità in fuga

Viviamo in un Paese dove il turismo è spesso raccontato come una risorsa inesauribile. Ma se fosse, invece, una minaccia silenziosa per città, borghi e territori naturali? È questa la domanda da cui parte Il turismo che non paga, l’ultimo libro-inchiesta firmato dalla giornalista Cristina Nadotti, in uscita in questi giorni in libreria.

Il volume punta i riflettori su un’Italia sotto pressione, dove l’overtourism – ossia il turismo eccessivo e mal gestito – sta trasformando luoghi iconici in spazi invivibili per chi ci abita, lavora o studia. Un fenomeno globale che in Italia assume contorni drammatici, con effetti visibili e meno visibili che vanno ben oltre le fotografie postate sui social.

Affitti alle stelle e servizi al collasso

Secondo quanto emerge dall’indagine, le conseguenze del turismo incontrollato sono ormai sotto gli occhi di tutti:

  • Famiglie e studenti espulsi dai centri storici a causa degli affitti brevi
  • Trasporti pubblici al limite, con pendolari lasciati a terra
  • Aree naturali e spiagge ridotte a sfondi per selfie, più che ecosistemi da tutelare

Da Venezia alle Cinque Terre, dalle Dolomiti alla Sicilia, lo schema si ripete. Aumentano i profitti per pochi, ma cresce il disagio per molti.

Oltre la denuncia: un nuovo modello è possibile

Il libro, però, non si limita a descrivere i danni. Propone anche alternative concrete. Si parla di esperienze virtuose che dimostrano come un altro turismo – più lento, rispettoso, equo – non solo sia possibile, ma già in atto.

Non è una crociata contro i turisti, né contro chi lavora nel settore. È un invito a cambiare rotta, prima che i territori vengano svuotati della loro identità e ridotti a semplici scenografie.

Un contributo utile per chi governa, vive e viaggia

In un momento storico segnato dalla crisi climatica e dal sovraffollamento dei luoghi simbolo del nostro patrimonio, Il turismo che non paga si propone come strumento di consapevolezza. È una lettura utile per amministratori locali, operatori del settore e, soprattutto, per chi viaggia e vuole continuare a farlo in modo responsabile.

Come scrive nella prefazione il giornalista Ferdinando Cotugno: “Un mondo senza turismo non è né possibile né auspicabile, ma il turismo ha bisogno di cambiare rapidamente. Per il bene di tutti”.